Tecnici manutentori certificati

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I tecnici manutentori certificati, sollevano il committente da responsabilità per culpa in eligendo e culpa in vigilando?

In generale, già vent’anni fa al livello nazionale, l’Antitrust aveva evidenziato la necessità di liberalizzare il mercato professionale; la stessa Unione Europea auspicava un sempre più libero mercato che facilitasse la circolazione dei professionisti all’interno del territorio comunitario.
In entrambi i casi si era però arrivati ad affrontare un punto molto importate: come proteggere l’utente finale dal professionista non competente e privo della necessaria informazione? Come tracciare quindi il professionista, mantenendo comunque libero il mercato?
Dopo anni di dibattiti la scelta cadde sulla certificazione che permetteva di regolamentare nella libertà.
La certificazione è in poche parole, una procedura con cui una terza parte dà assicurazione scritta che una persona è conforme a ben determinati requisiti.
La certificazione delle figure professionali (o delle competenze) è uno strumento primario alla base dei processi di costruzione e assicurazione della qualità ed è essenziale per i processi in cui la componente umana svolge un ruolo critico ai fini del raggiungimento di risultati ‘credibili’.
Il valore aggiunto della certificazione sta nello strumento delle verifiche che, effettuate da un ente certificatore di terza parte indipendente e, quindi, a tutela del cliente, sono finalizzate alla valutazione dei pre-requisiti del candidato, alla sorveglianza periodica e al rinnovo del certificato del professionista.
Questi concetti nel tempo sono stati fatti propri dal macro-settore dei servizi svolti da professionisti non organizzati in albi, settore che solo in Italia conta su 3 milioni di lavoratori che contribuiscono in maniera importante al PIL nazionale.
Questo settore dei servizi, in cui ritroviamo le aziende dei così detti servizi antincendio, è un settore in costante evoluzione che deve tenere conto di quello che sono gli indirizzi dell’Unione Europea che chiede
- regole idonee a garantire qualità dei servizi per gli utilizzatori, a fronte comunque di sufficiente flessibilità per non determinare ingiustificate limitazioni
- tutela del destinatario dei servizi.
Con la Direttiva Servizi 2006/123/CE (pubblicata nel dicembre 2006 e recepita dall’Italia nel 2010) l’Unione Europea ha invitato gli Stati Membri ad adottare misure di accompagnamento volte a incoraggiare i prestatori a garantire, su base volontaria, la qualità dei servizi, facendo certificare o valutare le loro attività da organismi indipendenti o accreditati.
Il tema che quindi sta divenendo sempre più caldo è quello d favorire la diffusione dell’attestazione delle competenze del singolo professionista attraverso la certificazione volontaria di qualità rilasciata da organismi accreditati.
Certificazione che diviene quindi lo strumento con il quale il professionista:
- può mostrare all’utente la formazione e la competenza raggiunta
- può competere in un mercato che chiede sempre più qualità delle prestazioni.
Certificazione che diviene quindi lo strumento con il quale il datore di lavoro dell’azienda committente:
- solleva le proprie responsabilità per aver assegnato interventi di manutenzione a personale qualificato e certificato da ente terzo (non da un produttore)
- solleva le responsabilità dei collaboratori, di tutti coloro che hanno potere economico-decisionale dell’azienda